Rio Purús, Amazzonia BR (1): Il contesto della nuova operazione della Rete Radié Resch di Lecco Luglio ’24

Tramite un’amica abbiamo avuto la fortuna di conoscere Tony Lopez Gonzales, dottoressa spagnola esperta di malattie tropicali che da 33 anni vive su una barca-ospedale lungo il Rio Purús e tra le Comunità rurali e urbane della microregione di Lábrea. Aveva visitato quest’area per la tesi di specializzazione sulla malattia di Hansen (lebbra) e ha scelto di rimanere. Dopo i primi incontri a distanza sullo “spirito” della ReteRR e del suo lavoro con un gruppo di giovani nativi (Ass.Comitato Ipiranga), Tony ha coinvolto Francisco Cavalcante dos Santos Júnior, un giovane pedagogista responsabile del progetto pilota ‘Scuole di Salute-Scuole di Vita’. Francisco è tra i primi giovani laureati nativi di quest’area grazie a un progetto ‘Borse di studio’.

Contesto

In questa microregione del Sud Amazzonia brasiliana vivono 199 Comunità indigene rurali (per lo più) e “urbane” che condividono una situazione di relativo isolamento, poiché vivono a 2-3 giorni di navigazione in barca a motore da Lábrea, capoluogo della regione e unica cittadina con municipio, oltre al tempo di cammino (da 1 a più ore) per arrivare dall’area rurale/foresta al fiume.
7 giorni di navigazione da Manaus. Il Rio Purús, tra i maggiori affluenti del Rio delle Amazzoni, rappresenta l’unica via di trasporto-comunicazione per queste popolazioni.
In ogni Comunità vivono da 10 a 600 persone circa, con un/a Coordenador Comunitário e una/o Sciamana/o (xamã). Le famiglie si aiutano. La principale attività di sussistenza è la pesca, poi coltivazione di frutta; diversi uomini lavorano come seringueiros (estrattori di lattice per fabbricare la gomma dagli alberi della foresta) per i “baroni” locali.

Non ci sono scuole né strutture sanitarie. Non c’è energia elettrica, solo in alcune Comunità un generatore di corrente che funziona la sera. Non ci sono negozi: per qualsiasi acquisto senza recarsi a Lábrea passa una barca-supermercato un paio di volte al mese ma i costi anche solo per latte in polvere e biscotti sono diventati insostenibili per la maggior parte delle famiglie. Anche i costi del carburante per le barche a motore sono molto elevati.

Nell’ultimo decennio, pesanti malattie endemiche come la malaria, la malattia di Hansen (lebbra), la dengue si sono diffuse maggiormente a causa dell’aumento di temperatura, intensità delle piogge e umidità, cioè fattori che favoriscono la riproduzione delle zanzare e la diffusione dei virus associati agli sconvolgimenti climatici. A queste malattie se ne sono aggiunte altre, come l’aumento dei casi di epatite e nuove forme di malattie neurologiche, dovute alla contaminazione dell’acqua e alla presenza di mercurio nei pesci, che costituiscono l’alimento principale di queste Comunità (il mercurio è usato dalle organizzazioni che gestiscono l’estrazione illegale dell’oro).

Per i problemi più urgenti nell’area sanitaria, nel corso degli ultimi 30 anni Tony Lopez – sostenuta dalla stretta collaborazione con le Comunità native, soprattutto con i giovani che desideravano formazione a nuovi ruoli, e da piccole associazioni di solidarietà internazionale – ha formato un folto gruppo di giovani operatrici/operatori sanitari nativi. Così che oggi, in diverse Comunità, è presente un’operatrice/operatore sanitario volontario. In ogni Comunità, in collaborazione con la sciamana è stata anche creata una farmacia di erbe medicinali.

Il principale problema è che nessuna/o di queste/i giovani è retribuito e nelle Comunità non possono arrivare persone con diploma universitario perché non avendo municipalità non possono esserci concorsi pubblici. Inoltre, nessuno desidera lavorare in aree così isolate e disagiate.

I giovani di queste Comunità desiderano studiare per essere in grado di interagire con le realtà urbane, molti anche per trasferirsi poi nelle città, poiché le condizioni di vita nelle Comunità rurali stanno diventando sempre più pesanti. Tuttavia, i primi giovani nativi che sono riusciti a laurearsi (in area medica, biologia, pedagogia) grazie al progetto ‘Borse di studio’, sono ritornati nelle Comunità rurali come volontari responsabili di nuovi progetti che stanno costruendo in stretta collaborazione con alcune Comunità.

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