RDCongo: Invasione e crimini sostenuti dal Ruanda, e petizione della Rete Radié Resch Febbraio ’25

Dalla fine di gennaio il Kivu, la regione est della Repubblica Democratica del Congo (RDC), è invasa dalle milizie ribelli dell’M23, sostenute e dirette dalle forze armate del Ruanda con oltre 4.000 soldati, armamenti e missili. Si tratta di una guerra che va ben oltre il conflitto tra milizie ribelli ed esercito congolese: una guerra internazionale per il controllo delle immense risorse minerarie del Congo, in particolare il coltan e il cobalto, indispensabili alle grandi aziende tecnologiche occidentali e asiatiche per produrre smartphone, batterie e dispositivi elettronici. Il Ruanda, che è un paese piccolo con una grande sproporzione demografica e fame di risorse, è diventato un grande saccheggiatore ed esportatore dei minerali strategici della vicina RDC proprio grazie alle guerre accese a ripetizione in questo Paese e al silenzio complice della comunità internazionale interessata alle risorse strategiche, come ci spiegava già due anni fa padre Richard Kitenge, referente dell’operazione Ospedale di Mwamwayi, RDCongo, sostenuta dalla Rete Radié Resch. La stessa Unione Europea nel febbraio 2024 ha firmato un accordo commerciale con il Ruanda per l’approvvigionamento di minerali strategici.

A fronte dell’invasione della RDC da parte dell’M23 e delle forze militari ruandesi, e dello sterminio del popolo congolese che si oppone alla colonizzazione e alla balcanizzazione del proprio Paese, la Rete Radié Resch ha inviato all’ONU e al Parlamento Europeo e Italiano una petizione a sostegno del popolo congolese, chiedendo all’ONU di attivarsi per ottenere il cessate il fuoco immediato, all’Unione Europea di annullare l’accordo con il Ruanda sui minerali strategici, all’Italia e alla Comunità internazionale di condannare e sanzionare il governo ruandese e l’M23.

Questo il testo completo:

Post3e4 02.04.25 PETIZIONE ReteRR per RDCongo

Il 13 febbraio il Parlamento Europeo con una risoluzione non legislativa ha denunciato i crimini di guerra perpetrati nel Nord Kivu e chiesto la sospensione immediata dell’accordo dell’UE con il Ruanda sui minerali strategici. Tuttavia, la Commissione Europea persiste in un silenzio disumano…

Il 14 febbraio padre Richard ci ha scritto:

“Ciao carissimi. Vi spero tutti bene. Non ho parole per ringraziarvi per tutto quello che state facendo per prestare le vostre voci ai Congolesi caduti nel processo di sterminio che il Rwanda sta portando avanti sotto lo sguardo della Comunità delle Nazioni. È vero che la votazione della risoluzione per sospendere l’accordo firmato dall’Unione Europea per l’acquisto dei minerali critici rubati in Congo è un passo importante verso una soluzione. Ma purtroppo l’evoluzione della situazione sul terreno è molto preoccupante. Stasera le forze rwandesi hanno praticamente fatto il loro ingresso a Bukavu. Non sappiamo come andrà a finire la vicenda.  Sappiamo che, in verità, il Rwanda non è un potenza militare. Ma il fatto che la NATO abbia messo a disposizione un arsenale militare importante ci porta a credere che lo sterminio del popolo congolese continuerà fino al momento che la Nato dirà a Kagame: Basta! È molto probabile che possano progredire facilmente fino a Kinshasa.

Ma non vogliamo perdere la speranza. E dall’altra parte, non vogliamo vivere una nuova esperienza di schiavitù a Casa. Contiamo molto sul vostro sostegno. Il nostro grado di indignazione è cosi alto che cominciamo a pensare che meglio morire di vivere così umiliati e giudicati indegni dell’Umanità. Pregate per noi! Un abbraccio forte e a presto.”

Oggi sappiamo che le milizie dell’M23 si sono impadronite anche di Bukavu, avanzano ogni giorno ed hanno già raggiunto il fiume Congo. Padre Richard ci ha inviato video strazianti.

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