La ReteRR di Lecco ha una lunga storia di sostegno ad operazioni solidali in Nicaragua fin dall’inizio degli anni ’80, quando il nuovo governo sandinista rappresentava una speranza di liberazione e giustizia non solo per il popolo nicaraguense ma per tanti popoli oppressi del Sud del mondo. Per noi è perciò particolarmente doloroso vedere come negli ultimi anni il governo di Daniel Ortega (che aveva ripreso il potere con le elezioni del 2007) si sia trasformato in regime dittatoriale. Stefania Mureddu, che ha il Nicaragua nel cuore per la sua esperienza nel Paese dal 2014 al 2018 – dapprima per servizio civile, poi come responsabile di un Centro Sociale – riassume con dolore gli eventi degli ultimi due mesi:
“All’alba del 9 febbraio 222 persone prigioniere politiche sono state liberate e inviate direttamente a Washington. Mentre erano in viaggio verso gli Stati Uniti, il dittatore Daniel Ortega ha ordinato al parlamento di modificare l’art. 21 della Costituzione introducendo l’inedita privazione della nativa cittadinanza nicaraguense ai 222 prigionieri politici, diventati così “desterrados”, apolidi.
Il vescovo di Matagalpa, mons. Rolando Álvarez era nella lista ma ha scelto di rimanere in Nicaragua, di non voler abbandonare il suo Paese. Decisione che ha infastidito Ortega, che ha ordinato immediatamente di far processare e condannare il vescovo a 26 anni di carcere. Dagli arresti domiciliari nella casa di famiglia cui era confinato da agosto, mons. Álvarez è stato condotto direttamente al penitenziario di Managua de La Modelo con l’accusa di “cospirazione per minare l’integrità nazionale e propagazione di notizie false attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione a danno dello Stato e della società nicaraguense”.
Due settimane fa, Daniel Ortega ha annunciato la “sospensione” delle relazioni con il Vaticano, “richiedendo” alla Santa Sede la chiusura delle rispettive sedi diplomatiche; il 17 marzo, il rappresentante del Vaticano, mons. Marcel Diouf, ha lasciato il Nicaragua.
Il regime Ortega-Murrillo continua a cancellare la personalità giuridica a ONG e altre entità (ad oggi 3.348, oltre il 50% del totale). I pretesti sono sempre gli stessi: “inadempimento ai propri obblighi ai sensi delle leggi che li regolano”, “scioglimento volontario”, “riciclaggio di denaro”, “finanziamento del terrorismo” ed “attività contro lo Stato”. Accuse usate persino per cacciare l’Associazione delle Missionarie della Carità dell’ordine Madre Teresa di Calcutta.
Davanti a queste ingiustizie non dobbiamo dimenticare i gravi problemi economici e sociali che affliggono la popolazione: la disoccupazione, la mancanza di cibo e di assistenza medica, e l’insicurezza sociale e legale, obbligando tanti nicaraguensi ad abbandonare il loro Paese.”