Il sostegno alle attività dell’Associazione di volontari ‘Medici Contro la Tortura’ (MCT) è tra le poche operazioni della Rete Radié Resch in Italia.
Il referente dell’operazione ci ha inviato un’accurata relazione che analizza i dati relativi all’utenza – persone immigrate che hanno vissuto l’esperienza della tortura – che nel 2023 ha fruito del servizio di MCT e lo scenario entro cui operano questi medici e professionisti volontari. Ne riportiamo gli estratti più significativi:
“Dati dell’utenza 2023
Da gennaio a dicembre 2023 sono stati seguiti complessivamente 97 utenti, 45 in carico dagli anni precedenti e 52 (4 donne e 48 uomini tra i 19 e i 38 anni) arrivati nel 2023.
La diminuzione dell’età dei nuovi arrivati è stata percepita da tutti gli operatori, anche per la rilevanza che il dato rappresenta: la possibilità di intervenire precocemente è sicuramente auspicabile per una maggiore efficacia dell’intervento, ma è anche un segnale di un incremento di fiducia verso l’operato di Medici contro la Tortura (MCT). Arrivare a convincere i giovani è sempre più difficile e, nel caso di persone con percorsi così dolorosi è abbastanza normale che l’età giovanile favorisca un atteggiamento più orientato al futuro e che molti di loro abbiano la forza di mettersi dietro le spalle le brutte esperienze senza affrontarle. Sappiamo però che questo difficilmente aiuta e che le sofferenze celate possono causare moltissime difficoltà. Ne è prova la crescita dei disturbi psichici che affliggono sempre più la popolazione di richiedenti asilo e rifugiati.
Tra i Paesi di provenienza prevale la Turchia (23%), poi Egitto, Pakistan, Bangladesh, Guinea, Senegal, Sudan; inoltre, arrivi di singoli uomini da Etiopia, Iraq, Nigeria, Colombia e Somalia, e di singole donne dall’Iran e dalla Libia.
Lo scenario dietro l’intervento di MCT
Tra gli emendamenti approvati recentemente dal Governo Meloni, quello che incide maggiormente sulle vite dei migranti e richiedenti asilo, e per certi versi ci fa retrocedere al tempo dei cosiddetti “decreti Salvini”, riguarda l’esclusione dal SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) dei richiedenti asilo. Gli effetti di una tale impostazione sono già sotto i nostri occhi: a Roma, la città in cui operiamo, molti richiedenti asilo e rifugiati – e tra loro una quota rilevante di vittime di violenze – sono costretti a vivere in indigenza in contesti informali, situazioni in cui è facile che cadano vittime di ulteriori abusi e situazioni di sfruttamento.
In questo scenario, MCT si trova a fornire sempre più un tipo di sostegno non esclusivamente clinico e terapeutico, ma anche sociale e umano. Nel corso del 2023 ha potuto assistere una popolazione varia e “silente” con la quale, sempre più, la possibilità di instaurare una relazione di cura necessita di tempo e di un grande investimento relazionale e comunicativo. In questa direzione è da interpretare l’aumento degli incontri effettuati con i pazienti tra visite mediche, psicoterapie, fisioterapie, interventi legali e sociali e incontri mirati alla certificazione medicolegale.
I nostri utenti sono dei sopravvissuti che cercano aiuto. Sono sopravvissuti non solo alla tortura, ma alla fuga dalla prigione e ai viaggi attraverso campi minati, valichi di frontiera e al clima ostile nei confronti dell’immigrazione nel nostro paese, che è di per sé un calvario che innesca i ricordi dell’interrogatorio e il profondo senso di incertezza. Essendo sopravvissuti, sono altamente motivati e attraverso gli incontri con le nostre equipe si riappropriano non solo del proprio corpo dolente, ma anche di una nuova prossimità che non procura più sofferenza.”