Il 20 agosto scorso, in concomitanza con le elezioni generali, gli ecuadoriani hanno partecipato a due importanti consultazioni popolari: una per fermare le trivellazioni petrolifere nel parco nazionale amazzonico Yasuni-ITT, promossa dal gruppo ambientalista Yasunidos; l’altra, fortemente voluta dai movimenti sociali dei campesinos del Chocò Andino – in prima linea il Frente Antiminero di Pacto sostenuto da una nuova operazione della Rete Radié Resch (vedi circolare Maggio 2023) – per vietare lo sfruttamento minerario del territorio già dichiarato ‘Riserva della Biosfera’ nel distretto metropolitano di Quito. Sfruttamento che, con la distruzione di un ecosistema particolarmente ricco di biodiversità e l’uso sproporzionato di acqua che verrebbe sottratta alla popolazione e all’agricoltura, avrebbe un effetto devastante sulle comunità del territorio.
I risultati hanno un’importanza storica. Dello stop all’estrazione petrolifera nel parco amazzonico, passato con quasi il 60% dei voti e cruciale per la vita delle popolazioni indigene che vivono nel territorio, ha parlato anche parte della stampa italiana più conosciuta (es. Repubblica). Dell’altra consultazione che ha dato voce alle comunità locali contro lo sfruttamento minerario, invece, non si è saputo molto, ma il Sì è passato con il 68% dei voti degli abitanti del Chocò Andino. Questo risultato porta speranza e nuova forza alla democrazia partecipativa auspicata dalle cooperative di campesinos e dalle associazioni che hanno dato vita al Frente, aprendo strade per altre consultazioni popolari nella resistenza ai vari estrattivismi.