Giorgio Gallo (ReteRR di Pisa) ci ha subito inoltrato i messaggi in whatsapp, le foto e i video inviateci pochi giorni fa da Shahd del PWWSD (Palestinian Working Women Society for Development, l’Associazione delle donne palestinesi che la Rete Radié Resch sostiene). Shahd scrive che l’avvio del progetto di sostegno psicologico in queste condizioni di emergenza è partito con attività di debriefing (il processo di rielaborazione di una particolare situazione, spesso traumatica) e animazione rivolte ad attenuare le paure e le sofferenze delle bambine e dei bambini rifugiati nelle scuole di Khan Younis (la principale città del sud di Gaza) e Nusseirat (più nella zona centrale). Le attività sono potute iniziare nei pochi giorni di sospensione dei bombardamenti e sono continuate per 1-2 settimane finché anche queste scuole-rifugio non sono state bombardate.
Shahd scrive:
“Condivido con voi alcune foto delle nostre attività in Gaza. … Abbiamo tenuto 10 sessioni di debriefing per i bambini rifugiati nelle scuole di Khan Younis. 2500 bambini hanno beneficiato delle nostre attività. Le mamme e le altre donne ci hanno espresso la loro gratitudine per aver potuto vedere i loro bambini sorridere. … Abbiamo tenuto attività quotidiane anche per i bambini rifugiati nelle scuole di Nusseirat in Gaza.”
La situazione è sempre più straziante: come sapete dai media, i bambini continuano ogni giorno a morire in numeri crescenti non solo a causa dei bombardamenti, ma per fame, infezioni e altre malattie che sarebbero facilmente curabili con semplici farmaci. Le colonne di camion di aiuti umanitari sono pronte sulla linea del fronte, al valico di Kerem Shalom aperto pochi giorni fa, ma le entrate parzialmente bloccate dall’esercito israeliano.
Naturalmente le attività del PWWSD per il sostegno d’emergenza rivolto ai bambini continueranno nei pochi rifugi rimasti nel sud di Gaza non appena possibile. Più avanti, invece (immaginiamo in uno scenario più definito), inizieranno i programmi di sostegno rivolti alle donne.