Il 2 maggio Margot Collipal e José Nain (che avete conosciuto), responsabili dell’Associazione delle Comunità indigene Mapuche nella regione dell’Auracania, e referenti dell’operazione di solidarietà con il popolo Mapuche della ReteRR, ci scrivono di un nuovo inasprimento dei rapporti dello Stato con le loro Comunità:
“… Purtroppo oggi viviamo una situazione molto delicata. Sabato scorso, nel nostro territorio sono stati crudelmente assassinati e bruciati tre agenti di polizia. I nostri macabri mass-media, radio, televisione e giornali hanno generato un clima di tensione con le nostre Comunità Mapuche, alludendo al fatto che si tratterebbe di un attacco perpetrato da un qualche organo di resistenza mapuche.
Il governo del presidente Boric, il suo ministro dell’Interno e della Sicurezza, più l’opposizione (la destra politica ed economica) hanno agito in blocco per instaurare lo stato d’assedio nel territorio mapuche, per iniziare la caccia alle persone di origine mapuche. Questo significa raid violenti tra le nostre Comunità, persecuzioni poliziesche e giudiziarie, intercettazioni telefoniche, misure che a nostro avviso costituiscono una grave violazione dei nostri diritti umani.
Pensiamo che, al di là dell’esistenza di organi di resistenza “mapuche”, né il governo né l’opposizione possano accusare frettolosamente questi gruppi. Perché gruppi Mapuche dovrebbero desiderare di uccidere e bruciare? Per la nostra Associazione Mapuche, questo orribile assassinio ha invece origine all’interno delle stesse istituzioni statali, poiché sia il governo che i Carabineros sono stati continuamente interrogati per le loro azioni in reati di corruzione e appropriazione indebita di fondi pubblici. Il generale dei Carabineros del Cile è indagato per oltre un centinaio di abusi e violazioni dei diritti umani durante la rivolta sociale del 2019. L’accusa stava per essere formalizzata proprio questa settimana, ma il governo ha chiesto al Pubblico Ministero di non procedere, affinché il generale rimanga in carica per questo assedio nel territorio mapuche.
… Ci troviamo ancora una volta in una profonda violazione delle nostre libertà fondamentali perché, sotto le azioni anti-Mapuche e razziste dello Stato cileno, i Mapuche diventano tutti sospettati da indagare. Allo Stato cileno non basta avere 30 persone di origine mapuche incarcerate, condannate a pene detentive altissime senza un giusto processo, semplicemente invocando leggi come quella sull’antiterrorismo o sull’usurpazione e sul furto di legname, tutte create e modificate per limitare la nostra lotta per la restituzione delle nostre terre, del territorio e della biodiversità. …
La nostra Associazione Regionale Mapuche Folilko chiede al governo di svolgere un’indagine obiettiva e seria per non oltrepassare la barriera del rispetto dei diritti umani della nostra condizione di Mapuche. Per noi è importante che sia fatta chiarezza e giustizia per le famiglie degli agenti di polizia assassinati, ma è anche essenziale smettere di offuscare l’immagine mapuche con questi crimini orrendi. …
Veniamo molestati con i carri armati che attraversano le comunità davanti alle nostre case, per intimidire le nostre famiglie con i soldati che espongono le loro armi da guerra. C’è insicurezza in noi, ma non cadremo nel loro gioco aggressivo, siamo rispettosi della vita e continueremo a lottare a testa alta, come facevano i nostri antenati. Cari saluti.”