Eri la piccola del vangelo.
Indomabile
come chi
non fa pace con le parole
se non diventano carne.
Non l’interesse, non l’esibizione,
passavi leggera, lasciavi segni.
Hai lavato in silenzio
piedi di affaticati e crocifissi
di tutto il mondo, il mondo
che per te non ha nome
di un solo paese.
Hai cucito bandiere strappate
di paesi rapinati
in povertà e pianto.
Tenevi a tesoro
nel buio di una cantina
tessuti di donne depredate
cui dare dignità di valore
e di riconoscimento.
Davi voce ai piccoli
in aule con finestre
che erano a specchio di mondo.
Eri sentinella, testimone invisibile
di tribunali sconosciuti
che osano le memorie
come germogli
di risurrezioni per l’oggi.
Tu e la Pina
calore di casa e lampada
sapori di cibi e festa di vino
porta per il profeta
o gli amici
aria di resistenti.
Tu sempre alle spalle,
non cercavi né nome
né gloria,
sugli altari, i tuoi,
volevi poveri e perseguitati.
Io oggi – per grazia da lontano,
da vicino non avrei retto –
a riconoscere che noi non sappiamo.
Passiamo per città
e non sappiamo
quanto del mondo
viva su spalle umili dei piccoli.
Li celebriamo quando se ne vanno
Hai fatto scuola
con la sapienza del vivere,
ci hai contagiati
con la passione per la terra.
Vorrei darti nome, perdona,
di “postina di Dio”.
Sempre per strade
a portare pensieri
e notizie. La notizia
che non ha notizia.
Anche in cielo ti vedranno
in questo tuo
incontenibile andare,
-e ci saranno notizie! -.
E tu, per grazia,
postina di Dio.